Articoli

Trasforma la tua impresa in un organismo che pensa, decide e agisce da solo

In questo articolo ti mostrerò come trasformare la tua impresa in un organismo che pensa, decide e agisce da solo. Si esatto, un’organizzazione che cresce, produce e migliora anche senza il tuo intervento continuo. Anche senza la tua presenza assidua. Ecco come automatizzare la propria impresa annientando i 5 buchi neri.

Gestire un’impresa non è cosa da poco. Anche una piccola impresa. Le variabili da controllare sono davvero tante. E mano a mano che l’azienda cresce si presentano sempre nuove sfide e nuovi scenari da gestire e risolvere. I mercati che si evolvono – anche radicalmente – possono mettere in discussione lo scopo stesso dell’impresa e richiedono l’adattamento periodico del modello di business.

Automatizzare la propria impresa lavorando SULLA organizzazione

Ecco perché l’imprenditore o il manager che guida l’impresa ha bisogno di smettere presto di lavorare NELLA sua organizzazione e di iniziare a lavorare SULLA sua organizzazione.

Proprio per staccarsi, operativamente ed emotivamente dall’operatività e dedicarsi alla strategia e allo sviluppo bilanciato e armonioso della creatura che ha creato o che gestisce.

Immagino che tu abbia già sentito come per automatizzare la propria impresa quanto sia importante lavorare sulla propria organizzazione anziché all’interno di questa. Però credo che raramente tu abbia sentito COME fare, in maniera concreta e chiara, in termini O-PE-RA-TI-VI.

I 5 buchi neri che annientano la redditività: La mancanza di un sistema è il più importante

Ho già parlato in un precedente articolo dei 5 buchi neri che uccidono la redditività della tua impresa. Sono questi 5:

  • assenza di un sistema di gestione
  • errori e sprechi (la cosiddetta non qualità)
  • mancanza di integrazione ed automazione
  • personale non motivato
  • lavoro interrotto

l’assenza di un sistema di gestione è sicuramente al primo posto, come risulta da diversi studi nazionali e internazionali. Infatti l’assenza di un metodo, di un sistema standard e condiviso per fare le cose, ha davvero tante controindicazioni, per via dei suoi molteplici effetti negativi:

  • risultati non costanti e imprevedibili
  • minore soddisfazione dei clienti
  • scarsa produttività
  • stress (non misurabile, ma palpabile)
  • ridotta redditività
  • poca chiarezza di ruoli
  • difficile assegnazione delle responsabilità
  • continue emergenze
  • dare la colpa alle persone, anziché comprendere i problemi delle procedura (con pesanti risentimenti personali)
  • peggioramento del clima aziendale

se mi metto a pensarci, ne trovo un’altra decina. Come minimo!

La mancanza di un sistema quindi è la prima causa di scarsa produttività, efficienza, dissipazione di utili, distruzione di margini.

La premessa fondamentale è cambiare il punto di vista

Ma vediamo come lavorare SUL sistema e non NEL sistema. Per prima cosa devi fare un passaggio mentale: osservare il tuo business da un punto di vista privilegiato: ESTERNO e RIALZATO. Potremmo definirlo il passo ZERO, il passo senza il quale i 3 passi che ti sto per descrivere non hanno neanche senso.

Cioè: Se non riesci a tirarti fuori dall’operatività, non riesci nemmeno a vedere cosa è che non va o che potrebbe andare meglio nella tua organizzazione. Non riesci a lavorare sui tuoi sistemi.

Lavorare SUL sistema

Ma cosa vuol dire concretamente “lavorare sul sistema”? come faccio ad ottenere un metodo che mi permette davvero di rendere automatica la parte operativa della mia impresa?

Nel metodo L.S.S. “Lavora Sul Sistema” che ho messo a punto nel corso degli anni, ho individuato le 3 singole azioni che fanno la differenza nella produttività delle aziende e organizzazioni di ogni tipo. Queste singole azioni sono quelle che contraddistinguono le organizzazioni super produttive, quelle che hanno la maggior produttività, quelle che hanno le prestazioni migliori.

Vediamo quali sono queste 3 azioni.

Prima azione: L’obiettivo strategico

Il primo dei 3 passaggi fondamentali è definire l’obiettivo strategico. È il momento in cui descrivi le fondamenta della tua organizzazione.
Una pagina sola, in cui si descrive l’obiettivo primario, si delineano le metodologie e gli impegni, si elencano i punti di forza.

È un compito da svolgere in prima persona, che tu sia l’imprenditore, il manager o il proprietario, devi occupartene direttamente. È un lavoro semplice, rapido, quasi di getto. Roba da fare in 4-6 ore di lavoro, anche meno, magari distribuite in più sessioni. L’importante è che sia scritto.

Deve essere di una chiarezza estrema e rispecchiare la chiarezza che può e deve avere in mente la persona alla guida dell’impresa. Capisci bene che impatto possa avere questa cosa sulla visione del tuo business!

Una volta completato, riceverai feedback dal tuo staff e sarà importante condividerlo all’interno dell’organizzazione. Nel tempo, lo regolerai come necessario, ma non cambierà molto con il passare degli anni.

Se vuoi vedere un esempio e scrivere il tuo Obiettivo Strategico, clicca qui e scarica il template personalizzabile. Inizia oggi stesso. È importante. È la prima pietra della tua libertà futura. Ti riempirà di orgoglio per quello che hai raggiunto fino ad oggi e ti darà una chiarezza impressionante, dopo averlo fatto.

Automatizza la tua impresa con il Metodo LSS - Lavora Sul Sistema
Obiettivi strategici, principi operativi, procedure e istruzioni: trasforma la tua impresa in un organismo che pensa, decide e agisce da solo

Seconda azione: i Principi Operativi

La seconda azione è quella di descrivere i Principi Operativi in base ai quali la tua organizzazione dovrà decidere e agire d’ora in poi. Anche se l’obiettivo strategico è ancora allo stato di bozza, inizia a buttare giù tutte le cose hai in mente riguardo a come le persone che lavorano con te dovrebbero sempre lavorare. È come scrivere la costituzione del tuo stato. Solo che non devi farti aiutare da un parlamento di aiutanti: lo devi creare tu. In prima persona.

Questo documento descrive le linee guida con cui prendere le decisioni. Deve essere coerente ovviamente con l’Obiettivo Strategico, e costituire un punto di riferimento in azienda per tutte le persone al fine che possano prendere decisioni in autonomia senza interpellarti ogni volta, esattamente come se decidessi tu direttamente.

Su questo documento sono descritti i principi, non le modalità operative, per intendersi non c’è scritto come redigere un’offerta. È più facile che ci troviamo scritto “nella nostra organizzazione cerchiamo sempre la soluzione più semplice“, con l’intento ovviamente di favorire un atteggiamento di approccio efficace ai problemi, ma anche efficiente, che aiuti le persone a lavorare in modo armonioso, con energia e senza stress.

Per darti un’idea di come potresti scrivere questi principi per la tua organizzazione, nel template da scaricare, ho elencato una serie di Principi Operativi. Quindi scaricalo da questo link e inizia a scrivere questi principi: ti sarà tutto immediatamente chiaro.

Automatizza la tua impresa con il Metodo LSS - Lavora Sul Sistema
Obiettivi strategici, principi operativi, procedure e istruzioni: trasforma la tua impresa in un organismo che pensa, decide e agisce da solo

Terza azione: le Procedure di Lavoro

Se definire l’obiettivo strategico ci mantiene focalizzati, i principi ci guidano nel prendere decisioni, perché rappresentano la “costituzione”, le Procedure rappresentano le “LEGGI” e rendono automatica l’applicazione dei processi.

La terza azione è appunto quella della descrizione delle procedure operative. Queste tre attività devono essere eseguite esattamente in quest’ordine. Non è consigliato invertire l’ordine, cioè scrivere prima le procedure e poi i principi e poi il piano strategico.

Come scrivere procedure efficaci, l’ho detto già in un precedente articolo, clicca su questo link per andare a vedere: “Il metodo delle 6C per scrivere procedure efficaci

Automatizza la tua impresa con il Metodo LSS - Lavora Sul Sistema
Obiettivi strategici, principi operativi, procedure e istruzioni: trasforma la tua impresa in un organismo che pensa, decide e agisce da solo

Complessivamente, è bene che tu spenda il 90% del tuo tempo sulla redazione e miglioramento delle procedure di lavoro, ma deve essere scritto per primo l’obiettivo strategico, da cui discendono i principi operativi. Ed infine le procedure di lavoro.

E come ti puoi immaginare, mentre i primi due documenti definiscono l’organizzazione e la descrivono negli anni, e possono non cambiare in sostanza per diversi anni, il lavoro sulle procedure è un lavoro continuo, che può durare mesi e che richiede una manutenzione continua.

Comincerai dalle procedure che hanno un maggior impatto sull’andamento della tua impresa, quelle più critiche o che sono il cuore dei tuoi processi. Mano a mano che avrai definito le procedure più critiche, passerai a quelle secondarie e così via.

Io ho un metodo anche per valutare le priorità e capire da quali procedure iniziare in funzione dei costi e dei benefici, ma per iniziare va bene anche affidarsi all’intuito.

Il potere del mettere NERO su BIANCO

Ora, queste pietre miliari della tua organizzazione, questi tre baluardi della tua efficienza, devono essere necessariamente scritti.

Esattamente. Sia l’obiettivo strategico, che i principi operativi, che le procedure di lavoro, devo essere necessariamente scritti. E questo per garantire che facciano il loro dovere in maniera inequivocabile e comportino una serie di vantaggi che vanno ben oltre la semplice redditività. Infatti, definire e scrivere questi tre punti ti garantisce di:

  • Individuare delle aree grigie fra le tue procedure e prendere decisioni sull’istante
  • Far emergere dei punti critici che fino ad ora non avevi compreso fino in fondo
  • Confrontarti con i tuoi collaboratori, partner o fornitori, oliando un meccanismo che stentava ad ingranare
  • Formare i tuoi collaboratori a fare questo lavoro da soli o in team senza la tua presenza e in definitiva alla tua organizzazione di crescere da sola.

A volte il processo può essere noioso: soprattutto scrivere le procedure non è affatto istantaneo. È chiaro che catalogare tutti i sistemi e sottosistemi richiede tempo. Le Procedure di Lavoro non si configurano facilmente come i primi due documenti.

Ma nelle prime settimane successive all’inizio del processo di documentazione, già potrai notare una progressiva liberazione dai tuoi compiti più routinari. Noterai che la tua organizzazione inizia a lavorare in maniera più fluida. Uno dei punti cardine e degli effetti del metodo L.S.S. è la capacità di prendere decisioni in autonomia. Da un certo punto in poi la tua organizzazione prenderà decisioni esattamente come le avresti prese te, semplicemente per il fatto che hai dato a delle persone normalmente capaci un perché, un come, è un che cosa fare.

Ricapitolando

Quindi, ricapitolando, dopo esserti messo in una posizione ESTERNA alla tua organizzazione, guardandola dall’alto, è necessario definire in quest’ordine:

  1. L’obiettivo strategico è la tua dichiarazione di indipendenza, la tua Magna Charta per un futuro migliore.
  2. I Principi operativi sono la tua Costituzione, una serie di linee guida per il futuro processo decisionale.
  3. Le Procedure di lavoro sono le tue leggi, le regole del tuo gioco, chi non sta al gioco e non rispetta le regole, si accomodi.

Riesci ad immaginare un governo rappresentativo che non abbia registrato le sue fondamenta in forma scritta? Perché dovrebbe essere diverso per la tua attività o il tuo lavoro?

Per metterli insieme non ci vorrà molto, ma non sarà immediato. Non posso nemmeno garantirti che sarà facile, perché ci saranno dei momenti in cui perderai il focus o non saprai dove trovare il tempo per portare a termine il tuo progetto.

Ma ti posso garantire che se lo farai, sarai ripagato con una moneta che non troverai su nessun listino di cambio.

La tua libertà!

______________________________

Se questo articolo ti è piaciuto, condividi con un tuo socio, con il tuo responsabile, direttore o con i tuoi manager.

E se hai domande, commenta qui sotto e fammi e tue domande. Avrai sicuramente delle risposte utili per la crescita della tua impresa.

Iscriviti al nostro Canale YouTube e seguici su FaceBook.

i 7 passi per un miglioramento continuo EFFICACE e NON formale

Si sente spesso parlare di miglioramento continuo, ma dalle domande che mi vengono fatte da molti imprenditori e manager, capisco che molti hanno le idee confuse:

  • su come implementarlo in maniera efficace e non formale,
  • su come ottenere il meglio senza perdersi in questioni burocratiche
  • e sul fatto che il miglioramento continuo sia effettivamente un processo e come tale debba essere quindi gestito.

Ecco perché in questo video e articolo raccolgo in 4 minuti i 7 punti essenziali del miglioramento continuo.

Il miglioramento continuo non riguarda solo la qualità: è una delle migliori tecniche di miglioramento della competitività. È una disciplina nata in Giappone per vincere la guerra economica come rivincita dopo la seconda guerra mondiale.

Guerra che per un periodo il Giappone è riuscito anche a vincere scalzando gli Stati Uniti dalla prima posizione in diversi settori industriali, proprio grazie alla strategia della qualità e del miglioramento continuo.

Il temine giapponese è kaizen, la via del miglioramento.

Ma il successo più grande, la scuola del kaizen l’ha ottenuta nel diffondere a livello globale la cultura della qualità, attraverso gli anni 70 e 80.

Tant’è che negli anni 80 gli standard di qualità sono stati ripresi anche in occidente dalla ISO 9001, la cui prima versione è del 1987, facendo del miglioramento continuo il fulcro del suo successo.

Lo standard è oggi riconosciuto in più di 180 paesi in tutto il mondo e questo la dice lunga sull’efficacia del modello di gestione proposto.

Ma vediamo quali sono i 7 passi che rendono davvero efficace questo straordinario strumento.

PASSO #1. Capire se i clienti sono contenti.

Il primo punto è sicuramente comprendere quanto il cliente è soddisfatto dei nostri prodotti o servizi. Intendo che è importante avere un feedback dai clienti in qualsiasi forma, che si tratti di un sondaggio diretto o indiretto.

  • sondaggi diretti, adatto a chi ha prodotti in ambito retail, ma non solo, anche aziende in abito business possono avere bei risultati, se il sondaggio è fatto bene;
  • sondaggi indiretti: analisi di fidelizzazione, analisi degli ordinativi negli anni;
  • Rapporti dai commerciali o da chi sente quotidianamente i clienti per le vendite;
  • Analisi dei reclami o dei ticket di assistenza.

Sono solo alcuni esempi. L’importante è avere una misura della temperatura del nostro rapporto con i clienti, di quanto i clienti sono contenti del prodotto che facciamo o del servizio che eroghiamo.

Per favore cercate di avere un approccio diretto, innovativo, sintetico e concreto quando fate fate domande ai vostri clienti, altrimenti perdete un’occasione. Cercate anche strumenti efficace e rapidi da compilare, così avete qualche speranza di avere dei feedback sinceri. Ci sono tanti strumenti, anche gratuiti, alternativi ai classici metodi!


PASSO #2. Anomalie interne

Il secondo punto è capire quanto e come incidono le anomalie interne, una vera miniera d’oro. Analizzare gli errori interni può mettere in evidenze notevoli sacche di inefficienza, che, una volta risolte le cause, può far schizzare qualità e produttività molto velocemente.

Esistono diversi modi per risolvere questo punto, uno semplice è il metodo di Pareto, ne parlo in questo articolo “Come eliminare le cause degli errori con una singola mossa”.

Monitorare le anomalie per imparare dagli errori e migliorare costantemente

PASSO #3. Monitorare le prestazioni, KPI

Monitorare le prestazioni dei processi, dei KPI (Key Performance Index), capire se stiamo andando bene con le vendite, con la produzione, con i tempi di consegna, se abbiamo dei ritardi, cronici o puntuali, se rispettiamo i budget di progettazione, è come come guidare un’auto controllando lo sterzo, il freno, l’acceleratore e la strumentazione. Se devo correggere la rotta, poso agire immediatamente e non accorgermene quando sono a 2 metri da un muro! Ne ho parlato in questo articolo e sicuramente ci tornerò sopra in futuro.

un semplice monitoraggio dell’efficacia delle vendite rende più facile correggere le azioni
commerciali per mettere a punto strategie efficaci

PASSO #4. Analisi delle forniture.

Capire l’impatto di ciò che abbiamo acquistato sulla qualità del nostro prodotto o servizio è di lapalissiana importanza.

Che si tratti di servizi o di prodotti, quello che mettiamo all’interno di ciò che consegniamo ai nostri clienti deve essere attentamente valutato. E questo lo possiamo fare soltanto incrociando i dati di ritorno dal cliente e dai reparti interni.

La scelta del fornitore può essere fondamentale sia per la qualità fornita che per la redditività finale. A maggior ragione se si tratta di outsourcing (la “faccia” che vede il nostro cliente può non essere la nostra ma quella del nostro fornitore).

Ovviamente in questa categoria rientrano anche gli eventuali professionisti che vanno a rientrano nel servizio erogato. Stabilire in maniera più o meno oggettiva la qualità di queste forniture, può essere fondamentale per fornire un servizio world-class.


PASSO #5. Obiettivi e progetti.

Quali progetti sono stati portati a termine? Quali risultati hanno ottenuto? E quali invece non sono stati portati a termine? E perché?

Erano davvero così strategici? Erano davvero importanti? Se non lo erano, cancellarli senza pietà. Se lo erano intensificare gli sforzi e dare il massimo per raggiungerli.

Abbiamo delle risorse limitate, ricordiamoci di gestire le priorità!

PASSO #6. Audit interni

In questo la norma ISO 9001 è molto dettagliata. Ci sono anche altre norme che regolano questo singolare aspetto, ma il succo è: verificare a intervalli prestabiliti il rispetto delle procedure in funzione di della criticità. La serietà con cui viene affrontata questa cosa è ciò che maggiormente distingue le aziende di successo. Quindi aborrire l’audit a tappeto tutti gli anni, concentrarsi su quelle attività che devono funzionare in un certo modo è che per qualche motivo non sono ancora a regime.

A questo fine possiamo farci aiutare anche dagli enti di certificazione che ci danno dei feedback rispetto ai vari standard, tipicamente la ISO 9001 o anche gli altri (ISO 45001 per la sicurezza sul lavoro, SA 8000 per l’etica d’impresa, ISO 14001 per le prestazioni ambientali, ISO IEC 27001 per la sicurezza dei dati, ecc).

Ma il risultato degli Auditor esterni non sarà mai tanto efficace quanto quello degli Audit condotti internamente con il Focus sul miglioramento continuo. Fateli seriamente, ma non esagerate con le formalità, deve essere un processo snello.

PASSO #7. Feedback dai collaboratori

Importantissimo tenere conto di come i collaboratori intendono migliorare il processo, il prodotto o il servizio introducendo dei momenti di confronto che si possono tenere anche in riunione molto brevi,

ULTIMO PASSO: PIANIFICARE IL MIGLIORAMENTO

L’ultimo passo è raccogliere tutte queste informazioni in un piano organico, strutturato e strategico che io chiamo piano di miglioramento, con fasi, responsabili, risorse, tempi di esecuzione, obiettivi, risorse da dedicarci.

Ecco, con questo processo in 7 passi si riescono a vedere risultati costanti, consistenti, continui nel tempo. Ho assistito alla fioritura e maturazione di aziende nell’arco di 1, 2, 3 o 5 anni come non avevano mai fatto prima. Da piccole imprese, alcune hanno eccelso nella loro nicchia, altre sono diventate Player nazionali e internazionali.

Una delle riunioni di miglioramento continuo in Autel Srl, Sassuolo, MO, clienti dal 2000

Qui sopra vedete una foto con il gruppo dei responsabili di Autel Srl, azienda del modenese che seguo da anni. Il loro successo da piccola impresa locale a grande impresa che serve mercati internazionali è dovuto anche grazie al miglioramento continuo, un giorno vi parlerò meglio di loro. E anche di Fulgosi, El.Car, Mechinno ed altre normalissime imprese tradizionali che hanno avuto risultati straordinari.

Per adesso è tutto.

Commenta qui sotto per fare domande, ricevere template e informazioni e implementare anche tu un miglioramento continuo efficace e non formale nella tua impresa.

Il mio più grato saluto, Andrea

Le 6C per creare procedure efficaci

Se la tua impresa sta crescendo e ti trovi in difficoltà nella gestione del personale oppure se la vuoi far crescere, hai bisogno di creare delle procedure organizzative efficaci. Delle procedure operative standard.

In questo articolo ti mostrerò come creare delle procedure veramente utili per la crescita della tua organizzazione, quindi non quella paccottaglia formale che si trova nella maggior parte delle aziende certificate ISO9001 e che la maggior parte di consulenti spaccia ancora oggi per valide.

Ti sto parlando di documenti di vario genere e formato che raccolgono il know-how aziendale su un argomento e lo mettono a disposizione del tuo personale in modo che ognuno abbia una guida operativa e che tutti i processi funzionino in maniera automatica.

Ci sono dei piccoli segreti che rendono delle procedure operative degli strumenti realmente efficaci per la conduzione della tua azienda rendendola un meccanismo automatico al tuo servizio. Infatti fra poco ti parlerò  del metodo delle 6C per creare delle procedure veramente efficaci, ma prima devi conoscere quali modalità si usano abitualmente per documentare le procedure.

Tipi di procedure

le procedure possono essere descritte in tanti modi, usando testo, diagrammi, matrici, immagini e video. Ma vediamo vantaggi e svantaggi di ciascuna rappresentazione.

Procedure di testo

La procedura testuale è il vecchio modo di documentare le procedure. Si usa semplicemente del testo per descrivere in maniera più o meno dettagliata le singole operazioni in sequenza logica. Questo modello di rappresentazione delle procedure è frequente incontrarlo nelle aziende che hanno iniziato la loro attività nei primi anni della qualità ma purtroppo è facile imbattersi ancora in consulenti che usano ancora questi metodi ancora oggi. La procedura testuale ha ereditato l’imprinting della grande industria di vecchio stampo e ha alcuni aspetti negativi fra cui la scarsa leggibilità e la scarsa immediatezza; talvolta è scritta con approccio formale e teorico, rimanendo spesso lettera morta all’interno di qualche cassetto o scaffale anziché essere utilizzati per aiutare le persone a lavorare. Il vantaggio è la possibilità di descrivere dettagliatamente una singola attività, per cui spesso la si usa per le cosiddette “Istruzioni di lavoro” (singola lavorazione).

  • PRO: molto dettagliate
  • CONTRO: verbosità, scarsa leggibilità, basso “appeal”

Procedure a diagramma di flusso

Scrivere le procedure con un diagramma a blocchi o con un diagramma di flusso di solito è molto efficace e il principale vantaggio è che è immediato e permette una vista di insieme, ma non è sempre comprensibile da parte di tutti, richiede un occhio allenato e c’è bisogno di un di un certo grado di competenza per leggerlo e comprenderlo. E poi il suo grande limite è nel descrivere le attività complesse, con un elevato grado di dettaglio. Usavo molto questo metodo negli anni 2000 quando le aziende sono passate ad una organizzazione per processi, mentre oggi le uso soltanto in casi particolari.

  • PRO: immediatezza, vista di insieme
  • CONTRO: poco dettaglio

Procedure a matrice

La rappresentazione a matrice si presta bene a svariati tipi di applicazione e presenta alcuni vantaggi rispetto ad entrambe le soluzioni precedenti. Di solito la procedura è schematizzata secondo una matrice, una tabella che riporta sulle righe la sequenza logica delle attività, mentre in colonna sono rappresentati:

  • un codice progressivo dell’attività
  • una descrizione sintetica dell’attività
  • la descrizione approfondita dell’attività
  • un responsabile
  • i documenti che utilizza
  • i documenti che produce
  • altri campi a piacere, dalla quantificazione del rischio alla strumentazione a disposizione, eventuali archivi, ecc.

Questo tipo di rappresentazione presenta  notevoli vantaggi perché permette facilmente la lettura e le revisioni (di solito con normalissimi fogli di calcolo) e risulta estremamente flessibile e modulare.

Questo tipo di procedura viene usato per documentare i processi sia di piccole imprese o di imprese grandi (i processi dei mutui e dei fidi di MEDIOLANUM li ho progettati in questo modo)

PRO: sintesi, revisioni, ottime per progettare un processo, modularità, scalabilità

CONTRO: non sono il massimo nella comunicazione, sono strumenti di lavoro

Procedure Video

Un’altra modalità di documentare i processi in maniera veramente efficace è tramite video. Alcune aziende preferiscono questa modalità per l’immediatezza. Ad esempio in un’azienda che crea composti chimici, abbiamo utilizzato i video per mostrare agli operatori come riempire dei silos in sicurezza con i giusti DPI. Cosa c’è di meglio che mostrarlo in video? e poi l’abbiamo messo a disposizione del personale in maniera molto snella tramite smartphone, intranet e whatsapp. Sarebbe meglio avere una infrastruttura multimediale che permetta di metterle a disposizione facilmente e di tracciarne la lettura, ma i mezzi tecnologici certamente non mancano. Anche un gruppo chiuso di Facebook andrebbe bene per una piccola impresa, oppure strumenti a pagamento, più professionali e strutturati.

PRO: immediatezza, comunicazione, facilità nell’esporre, rapidità

CONTRO: non si possono stampare, non si possono correggere, necessitano di una infrastruttura multimediale

Tecnica mista

È importante poi arricchire ogni tipo di  procedura, se serve, con dettagli chiari ed inequivocabili come ad esempio con della documentazione fotografica. In certi casi possiamo utilizzare testo e immagini per spiegare alcuni passaggi critici, in altri casi video, in altri diagrammi e via dicendo, mescolando i vari media per avere veramente ZERO ostacoli nel ricorrere a queste procedure.

il metodo delle 6C

Ogni procedura per essere chiara ed efficace deve avere le 6 componenti caratteristiche:

  • CHI
  • COSA
  • COME
  • CON CHI/COSA
  • CONFRONTO
  • CONDIVIDI

CHI: il responsabile dell’attività

COSA: la descrizione sintetica dell’attività, il titolo del paragrafo, lo scopo.

COME: descrizione dettagliata di come deve essere eseguita l’attività

CON CHI/COSA: quali figure collaborano o eseguono l’attività, con quali strumenti?

CONFRONTO: una volta che la procedura è in bozza, è bene confrontarsi con il personale interessato, per limare le inevitabili differenze fra la prima versione e la pratica applicativa. Correggere le procedure prima di renderle ufficiali è una fase molto importante.

CONDIVIDI: Ultimo passo, dopo che si è concluso il processo di revisione e approvazione, la procedura deve essere messa a disposizione delle persone che la dovranno applicare, con i mezzi giusti e i formati giusti, che si tratti di una procedura stampata, di un PDF in rete, di un filmato, non ci sono regole ferree, nemmeno la ISO 9001 prevede firme, stampe o formati vari, con buona pace dei consulenti e auditor formali.

In questo modo ti garantisco che non avrai difficoltà a ottenere il meglio dalla tua organizzazione e a farla volare verso un livello superiore rendendo l’azienda un meccanismo automatico al tuo servizio.

Se vuoi vedere dei modelli, degli esempi o semplicemente fare domande, scrivi qui sotto, sarò contento di mandarti gratuitamente quello che ti serve.

Per restare in contatto ti invito a registrarti su www.ISO9001facile.com o a cercarmi sul mio profilo linkedin.

Se il video e l’articolo ti sono stati utili, condividi, metti LIKE e dillo agli amici, te ne saranno grati.

Kanban, Scrum e produttività dello sviluppo software

la lavagna Kanban di 3F Consulting

Oggi non abbiamo un video. Oggi ti racconto una storia.

Siamo alla 3F Consulting, azienda di Firenze che sviluppa soluzioni, applicazioni web e framework java based (Liferay, Wicket, Vaadim), fornendo consulenza su architetture applicative per la Pubblica Amministrazione e le Grandi Imprese.

Quando ci siamo conosciuti avevano una identità aziendale ancora incerta ma avevano intenzione di trovare la loro strada. Era il 2010 e da allora molte cose si sono evolute.

La reingegnerizzazione dei processi, culminata poi con la certificazione ISO 9001, ha portato a comprendere che il problema non era organizzativo, ma di strategia.

Francesco Fondelli, fondatore della 3F ha guidato i soci attraverso una trasformazione di mentalità e di visione che non è stata indolore, ma molto, molto efficace. 

Il lavoro più impegnativo non è stato creare qualcosa in più, ma togliere. Eliminare le business unit non fruttuose, eliminare le piccole commesse alla portata di tutti, eliminare i clienti che non sai mai se e quando pagano. E tutto questo per concentrarsi infine su quello che conta veramente, su quello che oggi distingue 3F nel mercato internazionale, dopo avere vinto diversi contest in ambito Liferay.

Attraverso un cammino di accurata selezione delle tecnologie vincenti/performanti, fatto con coerenza e concretezza, seguendo principi di lealtà verso la clientela e di puntualità negli impegni presi, 3F ha chiuso ogni esercizio in crescita con l’ultimo incremento del giro d’affari del 65%. , cosa ancora più mirabile, ha portato il suo Ebitda dal 7 al 30%. 

Il percorso che stiamo facendo adesso di ulteriore affinamento dei processi e in particolare l’introduzione delle tecniche Scrum per la progettazione e lo sviluppo ha l’obiettivo di migliorare ulteriormente queste prestazioni.

Il kanban

Ma il Kanban è solo una moda o ha degli effetti positivi? 

Il primo effetto, immediato, dell’introduzione della “gestione a vista” è il miglior coordinamento del corpo tecnico. Gli incontri di pianificazione si tengono ogni mattina alle 9:15 per 15 minuti, massimo 20.

Davanti alla lavagna Kanban ogni Project Manager e sviluppatore racconta cosa andrà a fare durante il giorno o i giorni seguenti condividendolo con il resto del team di sviluppo a partire dal primo incontro precontrattuale fino alla delivery completa e alla validazione.

Il principio che guida il gruppo è l’avere il minor numero di progetti possibile nelle lanes DOING e VERIFY e questo sta trasformando degli sviluppatori solitari in giocatori di squadra con effetti tangibili su Focalizzazione, Visione di progetto ed entusiasmo!

I progetti sono suddivisi in “user stories” e caratterizzati da “impediments” “priorità/urgenze” “due dates”, “FTE effort” e questa chiarezza rende più semplici i compiti di tutti.

Conclusione

Rispondendo alla domanda fatta all’inizio del paragrafo precedente, posso tranquillamente affermare che l’approccio “lean” è vincente anche in ambito software, ma ci sono dei presupporti che devono essere messi in evidenza:

Alla base di tutto: la LEADERSHIP. Quando la barra è dritta, qualsiasi strumento ha effetti positivi.

Il Team: il sentirsi parte di un gruppo ti porta ad amplificare l’effetto delle tecniche, proprio per il famoso detto:

“singolarmente siamo forti, ma insieme siamo invincibili. E se il destino è contro di noi, peggio per lui!”

Lucio Insinga, mio caro amico 🙂

L’analisi Organizzativa: non stancatevi mai di migliorare continuativamente i processi alla base dei risultati della vostra impresa. Con umiltà e lavoro a testa bassa: una correzione di millimetri può fare la differenza fra il giorno e la notte anche in termini di redditività.

Ma del resto lo scopo di un ‘impresa non è proprio produrre utili?

Alla prossima, Andrea Aulisi.

Obiettivi magnifici per un 2019 strepitoso

Cosa c’è di meglio che iniziare 2019 con degli obiettivi forti che realizzano il vostro il vostro sogno di veder crescere la vostra impresa?

Formulare bene gli obiettivi è il primo passo per il successo di ogni impresa o attività. Cosa fa veramente la differenza fra un’impresa di successo e una che galleggia? Come mai alcuni imprenditori realizzano la propria visione come se fossero guidati dalla mano divina mentre altri fanno fatica a sopravvivere? La differenza sta tutta negli obiettivi, nel come sono formulati e nel come sono eseguiti per realizzare la visione dell’imprenditore.

Molti hanno già definito gli obiettivi per questo anno, ma certamente alcuni ancora no, molti l’avranno descritti nero su bianco ma moltissimi ancora no, dico bene?

In questo video spiego come vanno definiti gli obiettivi per fare la differenza e, sia che li abbiate già scritti, sia che non li abbiate neanche pensati, leggete in 3 minuti queste righe perché sono importanti.

Il modo migliore per realizzare gli obiettivi è tenere presente i 5 punti del metodo S.M.A.R.T. (con qualche optional, però), ovverosia:

S – specifici

M – misurabili

A – achievable, e cioè raggiungibili

R – relativi alla tua visione e missione

T – time-based ovvero definiti in base al tempo.

Specifici

Quindi, prima di tutto devono essere specifici. Ad esempio, porsi come obiettivo l’aumento del fatturato non è un obiettivo definito bene perché non è specifico, aumentare il fatturato di una Business Unit in un determinato mercato è già un obiettivo che comincia a prendere forma.

Misurabili

Deve essere misurabile: aumentare il fatturato di una Business Unit in un determinato mercato del 20% aggiunge una ulteriore informazione che rende l’obiettivo misurabile. Gli obiettivi possono essere misurabili anche se non sono quantitativi: ad esempio posso voler migliorare la qualità percepita dai miei clienti, misurandola “qualitativamente” magari attribuendo dei parametri più o meno oggettivi, come un punteggi da 1 a 5. Così posso capire se mi sto avvicinando o allontanando dal mio obiettivo su una scala che va da poco soddisfatto a molto soddisfatto.
Oppure semplicemente voglio portare a termine determinati progetti: sono assolutamente verificabili per stati di avanzamento.

Raggiungibili

Poi la A di achievable, termine inglese che significa raggiungibile. Sì, perché i nostri obiettivi devono scontrarsi con la realtà e quindi dobbiamo tenere in considerazione le risorse che abbiamo a disposizione:

Le nostre idee sono infinite, ma le nostre risorse sono limitate

che tu sia un professionista o che tu abbia un’azienda le tue risorse sono sempre limitate e devi gestirle al meglio. Se sei un professionista la tua risorsa principale è il tempo. Se sei un imprenditore avrai a disposizione un team di persone, delle risorse finanziarie (probabilmente con una leva bancaria), forse dei macchinari o degli impianti. Ma è possibile che le persone abbiano da fare anche altre cose, quindi non posso considerarle a capacità infinita. Idem per aspetti finanziari e materiali. Inoltre dovrai tenere conto anche dei rischi da affrontare per raggiungere i tuoi obiettivi, in base al contesto in cui ti muovi.
E mettere tutto per iscritto. Poi vediamo perché.

Relativi alla missione

Gli obiettivi devono essere relativi alla missione della tua impresa o attività professionale, alla visione. Gli imprenditori virtuosi avranno già definito, scritto e condiviso la loro Mission e la loro Vision, quelli che non lo hanno ancora fatto lo faranno, torneremo presto sull’argomento, perché è di fondamentale importanza e può fare la differenza fra un azienda che cresce e una che non riesce a crescere.

Quindi sì, per essere efficaci, gli obiettivi devono essere relativi alla propria missione, e non tirare di qua e di là senza essere incanalati in una strategia coerente.

Tempo

Time-based significa che ad ogni obiettivo deve essere associato il tempo entro il quale questo deve essere raggiunto, altrimenti si parla di velleità, di desideri, non di obiettivi. Un obiettivo è strettamente legato al tempo; ovviamente ci sono margini di elasticità, anche in funzione della priorità strategica dell’obiettivo, ma sicuramente la variabile tempo è una delle variabili fondamentali di ciascun obiettivo.
Continuando l’esempi di prima, la realizzazione di un aumento di fatturato del 20% deve essere fatto in tre mesi, in 5 anni, o in un anno? Se non specifico il termine entro il quale deve essere realizzato, posso non raggiungerlo mai o raggiungerlo quando non ha più nessuna importanza.

E questi sono i 5 punti fondamentali che spesso si trovano in bibliografia, Ma io aggiungo sempre almeno altri tre punti, fondamentali se vogliamo calare questi obiettivi in un ambito professionale, aziendale e non solo individuale.

Le altre 3 variabili

Il primo di questi tre punti è la sostenibilità: L’obiettivo che voglio raggiungere è sostenibile? È compatibile con la mia impresa, è compatibile con il contesto in cui mi muovo, è compatibile con la società, con il mio team, è compatibile con gli obiettivi di lungo termine? Se il mio obiettivo è aumentare il 100% il fatturato, questo mi genera dei problemi con il resto dell’organizzazione oppure mi fa perdere il Focus su altri elementi vitali della mia azienda? Oppure rischio di farmi incavolare la base dei clienti?

Gli obiettivi devono essere anche condivisi, in particolare se lavoro con un team: devono essere spiegati, raccontati, masticati, digeriti dalle persone coinvolte nel progetto o nell’obiettivo. Spesso sarà anche necessario formare un team, incaricare un responsabile.

E infine una cosa che è rarissimo trovare nelle aziende di ogni tipo, a meno di casi particolari, che questi obiettivi devono essere inseriti in un processo. Cioè se io fisso oggi un obiettivo e lo vado a verificare al 31 dicembre del 2019, probabilmente mi renderò conto che alcuni obiettivi li ho dimenticati, alcuni li ho raggiunti per puro caso altri ancora li ho realizzati soltanto per metà. Per cui, facendo sempre l’esempio della crescita del 20% del fatturato in 12 mesi, devo avere tanti step intermedi di verifica di Questo obiettivo: è bene scomporre l’obiettivo in tanti sotto-obiettivi per assicurarsi di mettere il tutto in un processo e assegnare compiti, scadenze, vincoli e risorse a ciascuna di queste sotto fasi, per poterne verificare periodicamente l’avanzamento.

Ricapitolando, quindi, gli obiettivi devono essere S.M.A.R.T. cioè specifici, misurabili, achievable cioè raggiungibili, relativi alla mia mission, basati sul tempo, e poi devono essere sostenibili, condivisi, e inseriti in un processo di revisione continuo.

#52strategie
#obiettiviSMART
www.iso9001facile.com

Un augurio speciale agli imprenditori e ai professionisti “etici”

Siamo a Natale.

Ognuno di noi si sente in festa. Ma io so che chi guida un’impresa come imprenditore o come manager, o chi ha un’attività professionale, ha sempre la testa sul business e quindi, anche se siamo a Natale ho deciso di fare comunque il video settimanale delle #52strategie.

Però oggi non voglio parlare di una strategia in particolare. Voglio soltanto augurarti un fantastico 2019 con una riflessione su quello che sta alla base di tutto. E cioè del significato di fare impresa, sulla sua importanza sociale, e sull’etica del fare impresa.

Oggi si sente molto parlare di responsabilità sociale, di impresa etica, di etica del lavoro, addirittura di certificazioni etiche. E ne sono contento perché significa che il mondo finalmente si sta accorgendo quanto l’impresa sia importante per il benessere e per l’equilibrio della società. E cerca di preservarlo. L’impresa come bene comune! Cioè una cosa che appartiene a tutti!

Perché l’impresa è il motore di tutto.

Dall’impresa e dal valore creato dalle persone che ci lavorano, discende tutto quello che ci circonda. Gli ospedali, le scuole, i teatri non esisterebbero se non ci fosse l’attività commerciale. Non avremmo nemmeno la cultura, le opere d’arte, i divertimenti. Non avremmo i musei senza il denaro prodotto dal tessuto imprenditoriale.

Tutte le testimonianze della nostra cultura sono tracciate dall’arte e dall’architettura finanziata dai proventi delle imprese del passato.

E tutto il benessere, la stabilità e la fiducia nel futuro sono in gran parte garantite dagli imprenditori di oggi e di domani.

E anche oggi che gli imprenditori sono chiamati alla difficile sfida di mantenere elevata la competitività della propria impresa in un contesto aperto, caratterizzato da una grande competizione, è ancora più evidente la responsabilità che ha l’impresa a livello sociale.

Già nel 1730 l’economista francese Richard Cantillon, definiva l’imprenditore con queste caratteristiche fondamentali:

  • l’imprenditore è un innovatore. E non un imitatore. Ogni nuova impresa, o porta una innovazione o è destinata a fallire,
  • l’imprenditore si assume dei rischi, ma ne tiene conto, calcolandoli. Sottovalutare i rischi può significare di fallire alla prima scossa di terremoto!
  • l’imprenditore possiede una “ars combinatoria” ossia la naturale capacità di combinare fattori e strumenti diversi; come un maestro d’orchestra.
  • ed infine, l’imprenditore produce valore economico e valore sociale. Valore economico, che è la parte più evidente, da condividere con i vari stakeholder. Dal personale dipendente, ai fornitori, fino alla società intera.

Queste sono le caratteristiche valide ancora oggi che ogni imprenditore ha o dovrebbe avere. E quindi ti auguro di essere un imprenditore migliore ogni anno che passa, per essere sempre più sereno e felice. E per contribuire alla serenità e alla felicità delle persone che ti sono più vicine a partire dalla tua famiglia.

Ti auguro un anno di grandi risultati affinché la tua organizzazione, la tua attività possa essere sempre più solida e possa crescere armoniosamente.

Ti auguro la chiarezza e la visione per condurre il tuo business in maniera strategica e focalizzata.

Ti auguro di anticipare i problemi che ogni impresa si trova inevitabilmente ad affrontare. Ti auguro di anticiparli invece che subirli.

Ti auguro di acquisire sempre nuove competenze, di non fermarti mai e di essere sempre avanti rispetto ai tuoi diretti concorrenti.

Ti auguro di seguire con pienezza i tuoi sogni, perché, come diceva Sheakespeare, è la materia di cui siamo fatti.

Ti auguro la salute, l’amore e l’equilibrio di cui ognuno di noi ha un grande bisogno, in quanto esseri materiali e spirituali.

Ti auguro anche qualche colpo di fortuna. Anche se si sa, la fortuna non esiste, è solo l’opportunità che incontra la preparazione.

E infine… ti auguro dei giorni sereni, gioiosi con un pensiero a chi purtroppo lotta ogni giorno per avere delle condizioni di vita almeno accettabili! Con la nostra impresa sosteniamo da 15 anni 2 comunità, una in Brasile e una in Africa, grazie alla preziosa missione di Action Aid. Crediamo che sia giusto. E anche bello contribuire con il frutto di quello che sappiamo fare.

Quindi tanti auguri. Buon Natale! Sarà un periodo meraviglioso per tutti gli imprenditori di oggi e di domani.

ISO 9001 facile sostiene Action Aid https://www.actionaid.it/
www.actionaid.it/
https://www.actionaid.it/

Elimina le cause degli errori più frequenti con UNA singola mossa

Hai mai pensato quanto ti costano gli errori durante il lavoro fra tempo, denaro, stress e reputazione?
E pensa che puoi liberartene in maniera molto semplice: seguendo questa procedura in 3 passi, puoi eliminare i problemi ricorrenti con una singola e sola azione. Basta poco sforzo e i risultati sono immediati.

Se sei stanco di assistere sempre ai soliti errori in azienda, di vedere che i tuoi collaboratori fanno sempre i soliti errori anche quando è stato detto già 1000 volte cosa dovrebbero fare e di avere sempre i soliti problemi, ti capisco, è una cosa che capita a tantissimi imprenditori. Ma per fortuna c’è una soluzione. E non è nemmeno così difficile: la strada per risolvere ogni tipo di problema è percorribile con questi 3 passaggi:

Scrivi

Il primo passaggio è registrare i problemi quando si verificano: cioè scrivere su qualsiasi mezzo i problemi che accadono, quando accadono. Basta un qualsiasi qualsiasi formato. dal semplice pezzo di carta a un’applicazione specializzata. L’importante è annotarsi l’evento, descriverlo. Ovviamente il problema poi anche risolto subito, ma lasciamo l’analisi in un secondo momento. Quindi: registrare tutti i problemi, registrarne più che puoi, registrare tutto ciò che fa innervosire, perdere tempo, che crea tensione con i clienti, che fa perdere tempo, che fa perdere denaro.

Analisi

Il secondo passaggio è analizzare i problemi che hai scritto. Se hai registrato tutti i problemi che hai notato o che ti sono stati riferiti in un determinato periodo, adesso passiamo all’analisi. Puoi averli su un foglio di calcolo, o su un database, o su un report qualsiasi. Devi capire che cosa ha causato i problemi più importanti. Affinché non se ne ripetano più. Ma la cosa bella è che non dovrai risolvere TUTTI i problemi e TUTTE le cause, perché sicuramente alcune delle cause saranno comuni a molti problemi. Anzi, probabilmente con una o due azioni risolverai quasi tutti i problemi aziendali. Hai mai sentito parlare del principio di Pareto?

Vilfredo Pareto è stato un Ingegnere ed economista italiano vissuto a cavallo tra l’800 e il 900 che ha scoperto che l’80% dei problemi dipende dal 20% delle cause. Quindi risolvendo una singola causa, non si metterà a posto un solo problema, ma molti problemi e se l’analisi è fatta bene, risolveremo il problema più importante. Faccio un esempio: supponiamo di avere 100 problemi; è possibile e probabile che la maggioranza di questi siano dovuti tutti alla stessa causa, basterà risolvere quella causa comune per risolvere gran parte dei problemi che si verificano.

Una storia vera

Ricordo che in un’azienda di produzione di circuiti stampati, si misurò una abnorme mortalità infantile delle schede di un particolare prodotto. Dall’analisi delle cause si capì che questo problema dipendeva dalla fragilità delle saldature. Applicando il metodo dei “5 perché”, si capì poi che queste dipendevano dalle condizioni climatiche del reparto produttivo. Quindi è stato molto semplice porre un rimedio e azzerare la difettosità principale del prodotto. E la stesso cosa vale nei servizi.

Quello che succede nelle aziende che crescono è esattamente questo meccanismo.

Elimina

Il terzo passaggio riguarda invece le azioni correttive per rimuovere le cause. Queste possono riguardare l’introduzione di una nuova procedura, l’adozione di un software specifico, mettere un controllo su una linea produttiva, istruire una persona, fare formazione a un reparto, ecc. Tutte attività che vanno tarate in funzione della gravità del problema e del tipo di risoluzione che vuoi adottare.

La cosa bella è che puoi ripetere la stessa procedura per un altro problema ricorrente, poi un’altra e poi un’altra ancora fino a quando la tua organizzazione non funzionerà come un orologio!

Conclusioni

Quindi, ricapitolando, ecco le fasi che ti permettono di ottenere processi fluidi e prodotti (o servizi) ben funzionanti:

  1. Scrivi i problemi che vedi
  2. Analizzane le cause
  3. Elimina le cause del problema più ricorrente
  4. Reitera su tutti i problemi

Progettare l’organizzazione, primo passo per la crescita di ogni impresa

#52strategie… pronti, via!

questo è il primo video della sfida #52strategie, con la quale, ogni settimana per un anno, pubblico un breve video con strategie semplici, facili da applicare e che fanno la differenza nelle imprese. Partiamo con le basi!


Perché alcune imprese raggiungono risultati mentre altre rimangono per anni impantanate sempre sui soliti errori?

Semplice!

Perché alcuni imprenditori quando passano dalla dimensione di microimpresa a quella di piccola-media si dimenticano un passaggio fondamentale.

L’altro giorno mi ha chiamato un amico e mi ha chiesto: Andrea perché non riesco a far fare le cose giuste alle persone quando e come dovrebbero? Mauro, gli ho risposto, per forza: non hai ancora progettato la tua organizzazione. Devi definire i ruoli, le procedure e le relazioni nella tua organizzazione e trasferire queste informazioni alle persone per avere una macchina al tuo servizio e dare indicazioni chiare alle persone in ogni momento. Ci sono 3 passi fondamentali per progettare efficacemente la tua organizzazione, ogni organizzazione.

Allora vediamo questi 3 passi che ogni imprenditore deve compiere.

Progettazione dell’organizzazione

Il primo è progettare la propria organizzazione. Scegliere la propria organizzazione in base al proprio business, disegnarla nero su bianco, definire i ruoli, all’inizio grossolanamente, e collegarli gli uni agli altri. Ci sono tanti tipi di organizzazioni possibili, ma i più diffusi sn 3. Ad alcune si presta meglio un’organizzazione a Matrice, di solito si adattabene questo modelle alle società di ingegeria. Ci sono delle aziende, tipicamente uelle del settore manifatturiero, che preferiscono una organizzazione per funzioni, con tutte le varianti del caso. Altre ancora che hanno esigenze più dinamiche per cui hanno bisogno di un’organizzazione piatta per processi.

Ogni azienda però ha bisogno di progettare la propria organizzazione, scegliendo il tipo di modello migliore per il suo caso.

Job description

La seconda fase è quella importantissima di definire nel dettaglio ogni singola attività dei ruoli individuati nell’organigramma. Ogni ruolo sarà caratterizzato da:

  • nome del ruolo
  • ruolo a cui risponde
  • risorse umane e materiali a sua disposizione
  • responsabilità
  • autorità

e quindi avrà una lista di attività che si chiamano job description (descrizione di ruolo). Questa fase è estremamente importante soprattutto per un’azienda che comincia a crescere o che vuole crescere.

Trasferimento e condivisione

Ed eccoci alla terza fase. Ovviamente non dobbiamo mettere questo bel lavoro in un cassetto, ma deve essere condiviso e comunicato alle persone: ogni ruolo deve essere assegnato alle persone e spesso deve essere contrattato, perché potrebbero esserci esigenze contrastanti. Ad esempio: il responsabile acquisti deve solo approvare gli ordini o fare anche la ricerca di mercato? oppure questa la deve fare la persona che richiede l’acquisto? il suo assistente a che livello deve aiutarlo e in che modo? e così via.

Una volta definiti questi ruoli, comunicati e compresi, dare indicazioni alle persone su come agire sarà molto più semplice perché avranno una mappa che descrive il territorio in cui muoversi perché inquadrati in una ben precisa organizzazione.

Quindi ricapitolando, progettare la propria organizzazione, scrivere le job description, condividere le informazioni con tutto il personale.